info[at]abraccettoconlastoria.com

I MARTIRI DI FIESOLE

A Braccetto con la Storia

I MARTIRI DI FIESOLE

0
(0)

Seguendo la decisione di molti altri carabinieri, nell’aprile 1944 quelli della Stazione di Fiesole entrarono in contatto con la resistenza italiana (in particolare con la Brigata “V” della Divisione Giustizia e Libertà) per appoggiarne la Lotta di Liberazione dai nazi-fascisti. Il comandante della stazione, il vice brigadiere Giuseppe d’Amico, fu nominato comandante militare di settore. Il contributo dei carabinieri di Fiesole consisteva soprattutto nella raccolta di informazioni, nella fornitura di armi e viveri e nella partecipazione diretta ad azioni di sabotaggio mentre continuavano a svolgere i compiti di istituto.

Il 29 luglio una staffetta portaordini partigiana formata da tre carabinieri di Fiesole e un civile fu intercettata dai tedeschi. Nello scontro a fuoco che ne seguì un tedesco fu ucciso, il carabiniere Sebastiano Pandolfo (Medaglia d’Argento al Valor Militare) e il civile furono catturati, mentre due altri carabinieri riuscirono a fuggire. I due prigionieri furono immediatamente fucilati. Il successivo 6 agosto i tedeschi arrestarono il vice brigadiere Giuseppe d’Amico, sospettato di collaborare con la resistenza.

L’11 agosto il vice brigadiere fece pervenire un messaggio ai suoi tre sottoposti per avvertirli che era riuscito a fuggire e ordinar loro di entrare in clandestinità nelle file della resistenza fiorentina. I tre carabinieri Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarrett obbedirono ma, non potendo passare le linee nemiche, costituirono una base tra i resti del teatro romano di Fiesole, in attesa di potersi congiungere con le forze partigiane o alleate.

Alle 14 del 12 agosto furono contattati da monsignor Turini (cancelliere della Curia Vescovile di Fiesole) e dal segretario comunale Orietti che li informavano come il Comando Tedesco, scoperta la loro fuga, aveva preso 10 ostaggi civili e minacciava di fucilarli per rappresaglia se non si fossero consegnati. Appresa la notizia, consci delle conseguenze, i tre carabinieri ventenni si consegnarono immediatamente al comando tedesco che li fucilò dopo poche ore.

Nel novembre del 1986, papa Giovanni Paolo II pregò ai piedi del monumento che ricordava l’episodio e disse: «Dobbiamo grande riconoscenza a coloro che, come questi giovani, sanno offrire la propria vita per la libertà, per la pace e per la giustizia»

    Ti è piaciuto questo post?

    Fai click sulle stelline per votarlo!

    Average rating 0 / 5. Voti totali: 0

    Ancora nessun voto. Sii il primo!

    Se hai trova questo post interessante...

    Seguici sui social!

    Ci dispiace che questo post non ti sia piaciuto....

    Aiutaci a migliorare!

    Come possiamo migliorare questo articolo?

    Lascia un commento

    Ehi, come va?
    Lo sai che ti stai perdendo un sacco di cose interessanti?
    ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER PER NON PERDERTI NEANCHE UN CONTENUTO!
    Ehi, come va?
    ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER PER NON PERDERTI NEANCHE UN CONTENUTO!