La presenza tedesca nella regione dei Sudeti
Con la definizione “Tedeschi dei Sudeti” (Sudetendeutsche in tedesco) ci si riferiva generalmente a tutte le popolazioni tedesche presenti nella regione dei Sudeti: il confine dell’attuale Repubblica Ceca.
Fino alla Prima Guerra Mondiale, la popolazione boema fu incorporata nell’Impero Asburgico insieme alla popolazione tedesca, emigrata nella regione già dal XIII e XIV secolo. Però, già nel XVIII secolo, ovvero quando iniziavano a formarsi gli stati nazionali, ci furono tendenze nazionaliste ceche che tendevano ad un’autonomia linguistica e politica.
Dopo la Grande Guerra, però, oltre 3.000.000 di tedeschi si trovarono incorporati nella Cecoslovacchia (precisamente nelle zone periferiche di Boemia e Moravia, in cui rappresentavano quasi 1/4 della popolazione totale). Una rivolta del 1919 per l’annessione all’Austria venne repressa nel sangue.
Successivamente, le politiche unitarie dello stato cecoslovacco tranquillizzarono le minoranze tedesche, ma la situazione si inasprì con la crisi economica e l’ascesa del NSDAP in Germania. Successivamente, il Partito Irredentista dei Sudeti (Sudetendeutsche Heimatfront) divenne il più forte nel Paese, mentre le pressioni del Reich si accentuavano.
Per questo, nel Settembre 1938, la Germania annetté al suo interno la regione dei Sudeti secondo quanto detto nella “Conferenza e accordo di Monaco” (Münchner Abkommen).
Questa è la prima parte di due articoli che trattano la situazione dei Sudeti nel primo dopoguerra. Il secondo tratta della Conferenza in sé e della situazione fino ai giorni odierni. Puoi leggere l’altro qui.