Colombine, la prima donna in trincea.
Nacque ad Almerìa il 10 dicembre 1867, e visse a Rodalquilar una frazione di Nijar (Spagna) dove il padre era il viceconsole del Portogallo, ed era possidente di terre e miniere. Carmen ricevette un’educazione borghese, ma nonostante ciò rifiutava i due principi fondamentali della società patriarcale cioè, legge e religione.
A diciassette anni sposò Álvarez Bustos, un giornalista di 32 anni, figlio del governatore civile di Almerìa e possedeva una tipografia che stampava il principale quotidiano della capitale. Questo permise a Carmen di entrare a contatto con il mondo dell’editoria. Dopo il matrimonio ebbero 4 figli, e uno di essi, Arturo morì nel 1894, proprio in quell’anno inizio un corso per diventare maestra, e nel 1901 ottenne il titolo. Dopo essersi separata e allontanata dal marito infedele e alcolizzato che la picchiava, iniziò una nuova vita con la figlia Maria Álvarez de Burgos e si trasferirono a Madrid dove lavorava come maestra per mantenersi.
Nel 1902 cominciò a collaborare con il giornale El Globo, dove aveva una rubrica intitolata Notas Femeninas, che trattava di argomenti come il suffragio, la vita coniugale, delle donne operaie e altri temi riguardanti i diritti civili. Grazie alla sua bravura e al suo impegno l’anno successivo fu assunta da Augusto Suàrez de Figuerosa fondatore del Diario Universal, in cui le fu assegnata la rubrica quotidiana Lecturas para la mujer, con lo pseudonimo di Colombine. Carmen fu la prima donna riconosciuta come giornalista professionista in Spagna.
Nel 1905 ottenuta una borsa di studio dal Ministero dell’istruzione Pubblica, ricevette l’incarico di analizzare i sistemi d’insegnamento degli altri paesi. Quest’incarico la porto a viaggiare per più di un’anno in Italia, Monaco e Francia. L’anno successivo tornò al suo lavoro di maestra e giornalista, e iniziò ne El Heraldo de Madrid una campagna a favore della legalizzazione del suffragio femminile, con la sua rubrica El voto de la Mujer, dalla quale ricevette l’ammirazione di persone importanti come Blasco Ibànez, e molte critiche pesanti dalla Chiesa che cercava di screditarla.
Con l’arrivo al governo del conservatore Antonio Maura nel 1907. Il ministro della Istruzione Pubblica la trasferì a Toledo per allontanarla da Madrid. Nonostante ciò tornava nella sua casa di Madrid ogni fine settimana per prendere parte al circolo letterario La tertulia modernista da lei fondato al ritorno dalla Francia, dove s’incontravano molti artisti. Quegli incontri settimanali diedero vita alla Revista critica, e lì conobbe Ramòn Gòmez de la Serna uno studente di diciotto anni, del quale s’innamorò.
Con lo scoppio della guerra con il Marocco, volle avvicinarsi alle truppe al fronte, dove fu corrispondente per il quotidiano El Heraldo di Malaga, e scrisse i suoi articoli sempre sotto lo pseudonimo di Colombine. Nei primi mesi del conflitto non poteva scrivere molto della vita in trincea, perché alle donne non era consentito raggiungere la trincea, neanche alle infermiere, che nel loro ospedale da campo davano il massimo occupandosi dei feriti, ma essendo lontane dal fronte molti feriti non raggiungevano l’ospedale vivi. In seguito fu concesso alle infermiere di raggiungere zone più vicine alle trincee, in questo modo molti più soldati riuscivano a salvarsi. Carmen un giorno scappò dal campo per raggiungere la prima linea, dove con i soldati che raccontavano della vita da saldato e delle loro famiglie scrisse molti articoli sulla vita in trincea, con questa fuga nelle trincee fu la prima donna in trincea. Al ritorno dalla guerra pubblicò l’articolo ¡Guerra a la guerra! dove difendeva i primi obiettori di coscienza.
Nel 1914 andò in Finlandia per scrivere un articolo sulla famiglia reale, nonostante l’Europa fosse una “bomba pronta ad esplodere”. Quando decise di tornare in patria fu troppo tardi la guerra era iniziata, e durante la traversata della Germania fu sospettata di spionaggio insieme alla figlia da parte di alcuni soldati tedeschi in una stazione ferroviaria. Superata la Germania e tornata in patria continuò la sua vita quotidiana.
Nel 1931 con la proclamazione della Seconda Repubblica, la nuova costituzione riconobbe il matrimonio civile, il divorzio e il suffragio femminile. Si unì al Partito Repubblicano Socialista, nominata presidente della Cruzada de Mujeres Espanolas e della Liga Internacional de Mujeres Ibéricas e Iberoamericanas. Fu eletta anche vicepresidente primero della Sinistra Repubblicana Anticlericale.
In quegli anni scoprì che il compagno Ramon la tradiva con la figlia Maria, questo aumento la sua voglia per la lotta in difesa dei diritti delle donne, sostenendo numerosi dibattiti. L’8 ottobre 1932 proprio durante uno di quei dibattiti il suo cuore smise di battere e morì.
Alla fine della guerra civile e con la vittoria di regime Fascista di Francisco Franco venne inserita nei nella lista degli autori proibiti, e i suoi libri scomparvero dalle biblioteche e dalle librerie.