La battaglia di Morgogliai
La “battaglia” si svolse in una zona boschiva di Orgosolo (Sardegna) chiamata Morgogliai.
I preparativi dell’operazione :
L’allora brigadiere Lussorio Cau, travestito da pastore andò alla ricerca dei latitanti nelle campagne di Orgosolo, fingendosi un latitante riuscì ad entrare in contatto con la banda dei fratelli Serra-Sanna (composta dai due fratelli Elias e Giacomo, Tommaso Virdis, Giuseppe Pau e Giuseppe Loddo chiamato “Lovicu”), trovato il loro rifugio, situato in prossimità a Sa bucca e su furru (la bocca del forno) tornò ad Orgosolo, e comunicò il luogo del nascondiglio al capitano Giuseppe Petella, con il quale prepararono l’operazione in tutta segretezza.
La mattina dell’10 luglio carabinieri e soldati si misero in marcia per raggiure la destinazione, si divisero in due squadre che si sparpagliarono tutt’intorno al bosco.
All’alba dell’11 luglio diedero l’assalto, Cau fu ferito, e subito partì una scarica di proiettili (una ferì il braccio di Lovicu), in quel momento si scatenò l’inferno, i banditi scappavano e i carabinieri continuavano a sparare, Tommaso Virdis e Giacomo Serra-Sanna furono uccisi. Per un ora il silenzio, il brigadiere Lorenzo Gasco avvistato Giuseppe Pau, si lanciò nell’inseguimento, ma fu ferito gravemente. Il capitano e il carabiniere Aventino Moretti (uccisore di un’altro famigerato bantito chiamato “Corbeddu”) accorsero in suo aiuto, ma una fucilata colpì Moretti. E di nuovo il silenzio, un soldato (Rosario Amato) approffittando della tranquillitá andó a dissetarsi nel torrente, ma due pallottole li trapassarono la schiena, subito dopo Pau e Elias Serra-Sanna iniziarono a correre, i soldati risposero al fuoco ferendo Pau, finito subito dopo da delle fucilate a bruciapelo dai carabinieri mentre chiedeva “Pietá“; Elias Serra-Sanna continuò la sua fuga per alcuni metri, ma mentre saltava per evitare i proiettili, fu colpito a morte anche lui.
Nonostante la superiorità numerica, il bandito Giuseppe Loddo riuscì a scappare, morirá nel 1901 sempre in conflitto coi carabinieri.
I carabinieri tornarono a Nuoro dove furono accolti come eroi dai cittadini, i corpi dei banditi furono portati per le vie dai carabinieri, e i cittadini sputarono sui cadaveri.
Al conflitto partecipò il carabiniere Giulio Bechi (allora tenente) scrittore di Firenze.
Nel 1900 pubblicherà il suo libro Caccia Grossa, dedicato all’omonima operazione, e ai fatti riguardanti la sua permanenza in Sardegna.