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Sanzioni dopo la guerra d’Etiopia

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Sanzioni dopo la guerra d’Etiopia

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Dopo l’invasione dell’Etiopia, la Società delle Nazioni inizierà le sanzioni contro il Regno d’Italia, interrompendo i supporti, le importazioni di prodotti italiani. Le sanzioni furono decretata ufficiali il 7 Novembre e rese operative il 18 dello stesso mese. Saranno però sanzioni facili da sviare, con nazioni che non applicano totalmente l’embargo e con la Germania e gli Stati Uniti che non aderiscono. A quest’azione, l’Italia fascista risponderà con la parola “Autarchia”.

La penisola diventa a questo punto autosufficiente, evitando di importare prodotti e adattando i prodotti locali ai vari utilizzi già ricoperti. Gli italiani accolsero positivamente questa procedura di Mussolini, i quali slogan spiccanti sui muri richiamano l'”orgoglio italico”: il più celebre di questi sarà: “È l’aratro che traccia il solco ma è la spada che lo difende.

Il fascismo si rafforza in questo modo, prendendo consensi fra il popolo, mentre le industrie si impegnano al massimo e Mussolini sente in mano sua il Paese.

Ovunque intanto, sopratutto nella vita quotidiana, i prodotti italiani prendono facilmente piede, con slogan sopracitati e vignette varie che inneggiano i prodotti nazionali a discapito di quelli stranieri. Oltre a prendere piede i prodotti, si ha una revisione anche dei termini, preferendo termini italiani rispetto a quelli stranieri e avviando il processo di italianizzazione.

Le sanzioni hanno vita breve, cadendo neanche un anno dopo la loro istituzione: il 15 Luglio del 1936. Il fascismo esce dalle sanzioni più forte che mai e Mussolini ha ormai il totale consenso del popolo italiano.

 

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