Alea Iacta Est
Celebre è la frase pronunciata da Gaio Giulio Cesare al passaggio del Rubicone nel 49 a.C: Alea Iacta Est. (Il dado è stato gettato)
Questa famosissima frase è attribuita a Svetonio (che a sua volta la riprese da Asinio Pollione) ed è inserita nel suo De vita Caesarum, dove si narra che questa frase fu pronunciata da Cesare nell’atto di passare il Rubicone, presso Rimini (Ariminum) nella notte del 10 Gennaio 49 a.C. Il fiume costituiva al tempo il cosiddetto pomerium: il confine entro cui le legioni non potevano passare in armi.
Essa contiene, nella sua trascrizione latina, un errore grammaticale dovuto a, probabilmente, un’errata trascrizione, durante la quale il (probabile) Esto (Imperativo presente) venne trasformato in Est (Presente indicativo) trasformando la frase da un comando a un semplice presente indicativo (Il dado è tratto nella sua versione di traduzione più libera). Dal Greco, invece, la presenza dell’imperativo rende la frase più efficace e più comprensibile:
“Egli [Cesare] dichiarò in greco a gran voce a coloro che erano presenti: ‘sia lanciato il dado’ e condusse l’esercito.” (Un imperativo latino in terza persona è reso col congiuntivo presente)
Ma in che contesto storico si inserisce questa coraggiosa azione intrapresa da Giulio Cesare?
La guerra civile fra Caio Giulio Cesare e Gneo Pompeo Magno fu sicuramente uno degli avvenimenti più importanti dell’intera storia dell’Impero Romano. Essa fu causata da grandi tensioni presenti all’interno dello Stato, generatesi dopo la conquista della Gallia da parte di Cesare. Al Senato e a Pompeo il potere di Cesare non andava bene, quindi dopo aver cacciato i senatori che volevano porre il proprio veto sulla decisione di dichiarare Cesare nemico pubblico, il Senato emise il cosiddetto senatus consultum ultimum (che conferiva grandissimi poteri politici e militare) e affidò a Pompeo il compito di salvare la Repubblica.
Subito dopo l’attraversamento del Rubicone, Pompeo scappò in Grecia, dove venne sconfitto a Farsàlo (in Tessaglia) e fu costretto a rifugiarsi in Egitto, dove, tradito dal re Tolemeo, venne ucciso e la sua testa consegnata a Cesare.