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Guerra d’Indipendenza estone e Trattato di Tartu

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Guerra d’Indipendenza estone e Trattato di Tartu

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La Guerra d’Indipendenza estone (Vabadussõda: “guerra di libertà” in estone) fu combattuta fra il 28 Novembre 1918 e il 2 Febbraio 1920. Subito dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale con la capitolazione tedesca, larghe zone dell’Europa orientale erano senza controllo. L’Estonia era stata per molti secoli parte dell’Impero Russo, e questo spinse il governo della RSFS Russia a inviare l’Armata Rossa in Estonia per riguadagnarne il controllo.

Col supporto delle nazioni scandinave e della Royal Navy britannica, le truppe nazionaliste estoni riuscirono a respingere l’invasione e a contrattaccare, riconquistando il terreno perduto entro il 1919.

Questo conflitto si colloca nel più grande scenario della guerra civile russa. Infatti le truppe estoni si affiancarono all’Armata Bianca nelle offensive contro i bolscevichi. Dopo la sconfitta dell’esercito repubblicano, si avviarono trattative fra il governo sovietico e le truppe estoni, che culminarono con Trattato di Tartu (Tartu rahu: “pace di Tartu in estone) firmato il 2 Febbraio 1920. Con questo trattato la Russia avrebbe dovuto rinunciare totalmente a ogni rivendicazione territoriale sull’Estonia, i quali territori erano leggermente più grandi, per un totale di 2000 km².

Nonostante questo trattato, l’Unione Sovietica violò il trattato ripetutamente, soprattutto con l’occupazione delle nazioni baltiche. Il consiglio europeo condannò questo gesto il 29 Settembre 1960.

Dopo l’indipendenza del 1991, l’Estonia continuò a ritenere propri i 2000 km² che rimangono comunque sotto l’amministrazione russa.

Firma del trattato da parte del ministro degli esterni estone Jaan Poska.

 

 

 

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