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L’insurrezione di Matera

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L’insurrezione di Matera

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L’insurrezione di Matera: i presupposti

L’insurrezione di Matera, avviene subito dopo l’armistizio di Cassibile, dell’8 settembre 1943. I fascisti abbandonarono il Palazzo della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, che fu temporaneamente occupato dai soldati tedeschi appartenenti al Primo Battaglione della Prima Divisione Paracadutisti.
Durante gli ultimi giorni di permanenza dei tedeschi in città, la popolazione materana divenne sempre più esasperata dai saccheggi e dai soprusi compiuti dagli invasori che si preparavano alla ritirata.

 

 

Qualche giorno dopo…

Con il passare dei giorni, la situazione si fece sempre più tesa e cominciarono i rastrellamenti e gli arresti di civili e militari. I prigionieri, tra cui Natale Farina e Pietro Tataranni, due soldati materani di ritorno dal fronte arrestati il 21 settembre, vennero rinchiusi dai tedeschi nel Palazzo della Milizia.

La scintilla che fece precipitare una situazione di già alta tensione avvenne nel primo pomeriggio dello stesso 21 settembre. Ci fu un conflitto a fuoco tra due militari italiani e due soldati tedeschi che stavano rapinando una gioielleria, in cui ebbero la peggio questi ultimi due. I testimoni dell’episodio, sapendo di rischiare una dura rappresaglia, cercarono di nascondere i due cadaveri ma non servì perché i nazisti insospettiti da strani movimenti si accorsero di quanto accaduto. Subito dopo un militare austriaco che si trovava in una sala da barba fu accoltellato da un altro cittadino materano, Emanuele Manicone, che appena compiuto il gesto, corse per le strade per chiamare a raccolta i suoi concittadini affinché corressero alle armi.

 

Il conflitto

Seguirono circa tre ore di violenta guerriglia. Il sottotenente Francesco Paolo Nitti, per proteggere la cittadinanza, decise di armare sia i militari che i civili dislocandoli in varie zone strategiche della città, tra cui la Prefettura. Ne seguirono diversi conflitti a fuoco in cui persero la vita numerosi civili.
Dal campanile della chiesetta della Mater Domini un cittadino materano, Nicola Di Cuia, fece fuoco sui nemici impedendo loro di avvicinarsi alla Prefettura.

Numerosi furono i casi di cittadini intervenuti spontaneamente contro il nemico. Nei pressi della caserma della Guardia di Finanza vi furono altri lunghi momenti di guerriglia, con i finanzieri accorsi in aiuto dei cittadini materani.

Gli invasori assediarono anche il palazzo dell’elettricità, per lasciare la città al buio, e nelle operazioni di occupazione uccisero un altro gran numero di civili.

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