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Un giorno in più del Fascismo

A Braccetto con la Storia

Un giorno in più del Fascismo

aquile randagie
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Quella che vi voglio raccontare oggi, è una storia che, di certo, non troverete sui libri di scuola: vi parlerò delle Aquile Randagie.

Partiamo dall’inizio…

Italia, aprile 1928. Viene emanato, dal governo Mussolini, il Regio Decreto Legge 9 n.696, che recita:

Per assicurare il raggiungimento delle finalita` che la legge istitutiva dell’Opera Nazionale Balilla si prefigge, e` vietata, a decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto, qualsiasi formazione od organizzazione anche provvisoria, che si proponga di promuovere l’istruzione, l’avviamento professionale, arte o mestiere, o in qualunque altro modo, l’educazione fisica, morale e spirituale dei giovani, eccettuate le formazioni e le organizzazioni facenti capo all’Opera Nazionale Balilla.

I prefetti ordineranno entro trenta giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, lo scioglimento di tutte le formazioni od organizzazioni comprese nel divieto al precedente comma.

Regio Decreto Legge 9 n.696, aprile 1928.

Con questo decreto legge, il governo fascista si assicurava il totale controllo dell‘educazione dei giovani.

L’Opera Nazionale Balilla rappresentava, in sostanza, la mossa propagandistica per eccellenza: impedire ad altri di diffondere idee contrarie agli ideali del PNF, monopolizzando l’istruzione.

Tante furono le associazioni a chiudere i battenti per via di questo decreto.

Tra queste, quella che ci interessa al momento, è l’ASCI.

La chiusura dell’ASCI

L’ASCI, Associazione scautistica cattolica italiana – Esploratori d’Italia, nacque il 16 gennaio del 1916, per opera del conte Mario di Carpegna, guardia nobile del Papa. L’associazione ebbe ben presto l’approvazione pontificia.

In un primo momento, il Regio decreto legge interessava unicamente i centri con meno di 20 mila abitanti, in quanto non potevano avere sufficienti ragazzi per garantire la coesistenza sia dell’ONB che di altre associazioni.

Per salvaguardare i gruppi dell’Azione cattolica anche nei piccoli centri (come concordato nelle trattative Stato-Chiesa), Papa Pio IX autorizzò la chiusura dei gruppi dell’ASCI e del CNGEI.

L’ASCI, in questo periodo, conta circa 1000 Reparti con 33 mila Scout, mentre il CNGEI circa 5000 iscritti. Col nuovo decreto, anche gli altri gruppi saranno costretti a chiudere.

I capi del commissariato ASCI Lombardo optarono, dunque, per una cerimonia di commiato, in borghese, presso l’Arcivescovado. Qui, tra le lacrime, alla presenza del card. Tosi venendo simbolicamente deposte le fiamme dei Reparti, simbolo dei gruppi scout, a testimonianza del loro scioglimento di fronte alla Chiesa e non allo Stato.

La resistenza contro il Fascismo

Lo stesso giorno, nella cripta della Chiesa del S. Sepolcro, proprio di fronte alla “Casa del Fascio” , sulla fiamma del Milano II, l’unica che non è stata deposta, un lupetto pronuncia la sua promessa. Sarà la prima promessa in clandestinità.

Questa prima riunione clandestina si conclude con le parole del Capo Reparto, Giulio Uccellini

“Non è giusto, e noi non lo accettiamo, che ci venga impedito di vivere insieme, secondo la nostra Legge: legge di lealtà, di libertà, di fraternità. Noi continueremo a fare del nostro meglio, per crescere uomini onesti e cittadini preparati e responsabili. Noi continueremo a cercare nella natura la voce del Creatore e l’ambiente per rendere forte il corpo ed il nostro spirito”.

Giulio Uccellini, noto Kelly

Il 20 maggio 1928, un piccolo gruppo di Scout svolge, sfidando le camice nere, l’Uscita domenicale.

Il gruppo è guidato da Giulio Uccellini, detto Kelly, e Andrea Ghetti, soprannominato Baden. L’obiettivo era uno: resistere un giorno in più del Fascismo.

E’ l’inizio scout della resistenza contro il fascismo”.

Il movimento Scoutistico clandestino nella mentalità di Kelly aveva un duplice scopo: mantenere l’idea di personalità, di libertà, di autonomia, di fraternità e preparare i quadri per il momento della ricostruzione; avere una forza propria di resistenza ideologica per impedire ai giovani di accettare una sola visuale della vita, della storia, della politica. Il valore di questo sta nel fatto che furono dei ragazzi a dire NO al fascismo, quando tutti si piegavano nonostante le denunce con interrogatori alle sedi fasciste e alla Questura, ma il nostro NO rimaneva intatto”.

Andrea Ghetti, detto Baden

O.S.C.A.R.

Le attività clandestine proseguirono per molti anni.

La svolta si ebbe con l’armistizio dell’8 settembre 1943. Quando l’Italia abbandonò l’alleato tedesco per schierarsi con gli Alleati, in tutta la penisola dilagarono violenza e deportazioni ai danni di oppositori politici, militari, ebrei, minoranze etniche.

Nel mentre l’Italia si divideva tra il Sud, liberato dagli Alleati, e il Nord, facente parte della Repubblica di Salò, uno stato fantoccio creato dalla Germania e guidato da Mussolini.

In questo caos le aquile randagie non stettero a guardare: dalla necessità di aiutare i perseguitati nacque l’O.S.C.A.R. (Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati).

OSCAR era un nome che rimaneva anonimo, senza dare nell’occhio, ma che nascondeva una fitta rete di contatti.

L’organizzazione fu creata da alcuni preti, tra i quali Andrea Ghetti, e fu approvata in segreto dall’arcivescovo Schuster.

Tale Opera ricevette molti aiuti: la collaborazione del clero, in particolare tra le provincie di Milano e Varese, di simpatizzanti nelle polizie fasciste e tedesche. Il numero complessivo di persone che furono parte attiva nell’organizzazione è tutt’oggi sconosciuto, sicuramente superava le 40 unità.

Le attività svolte dall’O.S.C.A.R. si basavano sulla segretezza: all’inizio produsse documenti falsi utili per la fuga, poi garantì rifugi sicuri per i fuggiaschi, infine si occupò di operazioni di espatrio vere e proprie.
Attraverso le aquile randagie, in venti mesi, vennero aiutati 850 prigionieri di guerra, 100 ricercati politici, 500 tra renitenti ed ebrei, 200 ricercati vengono sottratti all’arresto e messi in luoghi sicuri.

L’opera dell’O.S.C.A.R. può essere riassunta nei seguenti numeri.

  • 2.166 espatri clandestini (tra i quali anche quello di Indro Montanelli, detenuto a San Vittore per attività partigiane e poi liberato segretamente);
  • 3.000 documenti falsi.

Con la fine della guerra le aquile randagie tornarono alla normale vita associativa. Lo scoutismo fiorì di nuovo in Italia. Quei ragazzi di Milano erano riusciti nel loro intento: erano durati un giorno in più del Fascismo.

Non si sente molto parlare delle aquile randagie, soprattutto nei libri di storia.. per questo ci siamo noi!

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Fonti e materiale consigliato

Bibliografia:

Materiale extra:

Trailer del film “Aquile randagie” – 2019

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