Il Vallo Atlantico

Oggi mi son svegliato con la voglia di raccontarvi qualcosa, ma cosa?
Ci sono tantissimi temi che sarebbe interessante trattare, ma allo stesso tempo non vorrei cadere nella banalità.
Ho quindi deciso di rispolverare qualche vecchio (ma evergreen) video su YouTube e di raccontarvi qualcosa sul Vallo Atlantico.
Ma di cosa si parla?
Il Vallo Atlantico, o Atlantikwall in tedesco, fu un sistema di fortificazioni molto esteso, pensato dai tedeschi per difendere le coste atlantiche del Terzo Reich.
Per intenderci: il progetto prevedeva di fortificare le coste dell’Europa Nord-Occidentale, dalla Francia alla Norvegia.

Fonte: Wikipedia
Facciamo un ripasso
La Francia cadde definitivamente il 22 giugno 1940, quando il governo Pétain firmò l’armistizio di Compiègne.
Le condizioni di resa non andarono di certo a favore degli sconfitti: l’esercito francese fu nettamente depotenziato, la parte settentrionale del Paese fu posta sotto diretto controllo tedesco mentre nella parte meridionale si insediò il “Governo di Vichy”, un governo fantoccio retto da Pétain.
Durante la “Campagna di Francia” si svolge la Battaglia di Dunkerque, famosa anche grazie al recente film vincitore di numerosi premi oscar nel 2018.
La Norvegia cadde invece il 10 giugno 1940. La “Campagna di Norvegia” rappresentò il primo scontro tra Reich ed Alleati (intesi come Francia e Regno Unito).
Il Paese fu da subito nelle mire espansionistiche di Hitler: la moltitudine di porti per il trasporto delle merci e l’abbondanza di miniere di minerali ferrosi lo rendevano un obiettivo strategico prioritario.
Il Belgio, il Lussemburgo e i Paesi Bassi furono invasi tra il 10 e il 12 Maggio 1940 con la strategia della guerra lampo.
A fine articolo vi lascio una serie di approfondimenti dedicati a questi temi, in caso siate curiosi e interessati.
L’idea tedesca era quella di realizzare la più ampia linea di difesa della Seconda Guerra Mondiale.
Far di necessità virtù
Già con l’occupazione della Francia e delle isole del Canale (nel canale della Manica) i tedeschi sentirono la necessità di costruire fortificazioni, come bunker, torri d’avvistamento e cannoni navali.

Copyright foto: DreamTime
Questa massiccia fortificazione delle coste non scoraggiò gli inglesi da compiere incursioni navali contro basi navali e sottomarine tedesche.
Per questo motivo, il 23 Marzo 1942 venne emanato il Decreto N. 40, con il quale Hitler predisponeva la creazione di una nuova linea difensiva: il Vallo Atlantico.
Come detto precedentemente, l’idea originale era mastodontica: il vecchio Adolf, durante una riunione, sostenne la necessità di creare 15 mila fortificazioni e di stanziare una guarnigione di 300 mila soldati sulle coste.
Tutto questo doveva essere completato entro il 1 giugno 1943.
Penso che qualcuno durante quella riunione abbia storto il naso: si decise infatti di privilegiare, per il momento, le posizioni poste a difesa delle basi navali: per questo motivo la maggior parte delle fortificazioni venne concentrata attorno alle principali città portuali, rimandando la costruzione di una linea di difesa più estesa al 1943.
La progettazione e la realizzazione del Vallo Atlantico fu affidata all’Organizzazione Todt, che aveva già lavorato alla creazione della linea Sigfrido sul confine franco-tedesco (Westwall). Come manodopera vennero utilizzati centinaia di prigionieri, costretti ai lavori forzati.
La volpe del deserto sulle coste atlantiche
No, in questa sezione non parleremo di avvistamenti del WWF…
La “volpe del deserto” era Erwin Rommel, feldmaresciallo che, nel novembre ’43, ricevette l’incarico di supervisionare i lavori del Vallo Atlantico.
Rommel non fu un grande sostenitore dell’iniziativa: era infatti convinto che la Germania non avrebbe potuto mai vincere la guerra. I teatri bellici infatti richiedevano un gran numero di uomini e di equipaggiamenti, richieste che non potevano essere soddisfatte dalla produzione bellica tedesca, ormai vittima di continui bombardamenti.

Le condizioni del Vallo Atlantico all’arrivo di Rommel erano tutt’altro che buone: gli equipaggiamenti, gli uomini e la disposizione delle fortificazioni erano totalmente inadatte ad ostacolare un’invasione dal mare degli Alleati.
Nota bene
I tedeschi sapevano che gli Alleati stavano assemblando un’imponente forza d’attacco per invadere l’Europa Occidentale: il Vallo Atlantico era l’unica linea difensiva che potesse impedire agli anglo-americani di penetrare nel continente ed iniziare la liberazione dell’Europa.
Al fine di impedire uno sbarco alleato, Rommel concentrò i suoi sforzi iniziali sulle difese litoranee:
- vennero costruite fortificazioni per le artiglierie costiere;
- furono predisposti immensi campi minati;
- in mare furono dislocate quattro cinture di ostacoli subacquei;
- i tratti di terra in cui era possibile far atterrare alianti e paracadutisti furono allagati e trasformati in campi minati a mezz’aria grazie ai cosiddetti “asparagi di Rommel”: delle aste di legno piantate nel terreno e con in cima una mina.
La strategia per il contrattacco
L’esperienza strategica di Rommel era molto vasta: egli sapeva che, nonostante le ampie difese realizzate, il nemico sarebbe comunque riuscito a sbarcare in qualche punto del fronte.
Questo rese necessaria la preparazione di una strategia di contrattacco, che doveva essere rapida e violenta, per non permettere al nemico di consolidare la sua posizione.
L’ideale sarebbe stato disporre di compagnie corazzate e mobili, risorse che non era possibile far dislocare con velocità, a meno che non fossero state di stanza in loco.
Questa strategia fu però ostacolata dai vertici militari di alcuni gruppi corazzati: l’idea comune era infatti quella di ammassare le divisioni poco distanti da Parigi, in modo da inviarle successivamente sul luogo dell’attacco.
Dopo molte discussioni, l’ultima parola venne espressa da Hitler a fine aprile, il quale decise di disporre le sei divisioni panzer disponibili al Gruppo Ovest nella Francia settentrionale: ne assegnò tre direttamente a Rommel, mentre le restanti tre vennero posizionate a buona distanza dietro le spiagge e avrebbero fatto parte della riserva.
L’utilizzo di questa riserva da parte di Rommel doveva essere autorizzata dal generale Geyr von Schweppenburg, una delle persone contrarie al dislocamento sulle spiagge.
In questo modo Hitler dimostrò la sua incertezza: evitando di prendere una decisione definitiva, egli sparpagliò le sue forze sul territorio francese, finendo per frammentare la responsabilità del controllo delle unità della riserva strategica.
Un conto salato
Questi errori strategici furono ben presto pagati dalla Germania.
Nonostante l’impegno di Rommel, infatti, i lavori di realizzazione del Vallo Atlantico non furono mai completati a causa della mancanza di fondi e risorse.
Così, il 6 Giungo 1944, gli Alleati attuarono l’Operazione Neptune (nota come D-Day o Sbarco in Normandia): un’immensa operazione navale che portò più di 150 mila uomini sulle spiagge francesi.
Nonostante lo svantaggio numerico, le fortificazioni tedesche resistettero a lungo l’attacco: seppur alcune parti del fronte caddero, permettendo agli Alleati di penetrare in Europa, altre resistettero sino alla fine della guerra.
E’ questo il caso di Aldernay, una delle principali isole del Canale, che capitolò il 16 maggio ’45: la guerra era finita parecchi giorni prima.
Ecco qualche approfondimento sui temi trattati in questo articolo…
La Campagna di Norvegia
La Battaglia di Dunkerque
La seconda guerra mondiale
Lo sbarco in Normandia
Fonti

Appassionato di storia e informatica.
Fondatore del progetto “A braccetto con la Storia”.