La tetrarchia

La nostra ricerca, oggi, si è concentrata sulla Tetrarchia, forma di governo concepita da Diocleziano per dare una stabilità di governo all’Impero Romano.
Il primo maggio del 305 Diocleziano, imperatore d’Oriente, e Massimiano, Imperatore d’Occidente, abdicano al trono.
L’abdicazione al trono era un evento già preventivato dallo stesso Diocleziano che aveva ideato una particolare forma di governo oligarchica, la cosiddetta tetrarchia, che di fatto divise l’impero in due grosse porzioni, l’Oriente e l’Occidente appunto, governata da due imperatori che prendevano il nome di Augusti. Questi ultimi avrebbero dovuto associare a sé un Cesare, cioè una sorta di luogotenente, in questo modo già designato a succedere alla carica di Augusto.
Le cause della Tetrarchia
Diocleziano viene eletto princeps in un periodo storico molto particolare. Il periodo storico tra il 235 e il 284 è passato alla storia come “anarchia militare”, un tempo di totale instabilità politica, che ha visto un susseguirsi enorme di imperatori, tutti scelti dall’esercito (spesso per vere e proprie gare di simpatia, più che per capacità governativa).
Una volta eletto, l’imperatore Diocleziano volle porre fine a questo momento di forte difficoltà, ideando questo sistema che potesse aiutare innanzitutto a governare in maniera più efficace un territorio davvero vasto, che con Traiano aveva visto il suo massimo punto di espansione, e ancora di più dare una sicura linea di successione, già nominata nei Cesari.
I due Augusti erano ovviamente in una situazione di equilibrio, avevano il potere di convocare il senato, emanare leggi e comandare le truppe. I Cesari avevano poteri similari, ma sempre subordinati a quello degli Augusti pro tempore.
I due Augusti nominarono come loro Cesari Galerio (per l’Oriente) e Costanzo Cloro (per l’Occidente).
I problemi
Questo sistema di governo però mostrò ben presto la sua fallacia. Innanzitutto dal punto di vista della successione: una volta diventati Augusti Galerio e Costanzo, associarono a sé rispettivamente Massimino Daia e Flavio Valerio Severo. I problemi sorsero durante una campagna in Britannia, condotta dallo stesso Costanzo Cloro, nella quale l’Augusto morì. I soldati acclamarono imperatore non il Cesare designato, ma il figlio di Costanzo, Costantino (passato alla storia, fra le altre cose, per il famoso editto a lui attribuito del 313, con cui iniziava a concedere la libertà di culto ai cristiani).
Nel frattempo, Massenzio figlio di Massimiano rivendica per sé il principato, proprio in virtù della figliolanza di sangue. Massimiano stesso rivendica per sé di nuovo il titolo di Augusto. Nel 306 quindi abbiamo 3 Augusti, 2 Cesari e un princeps. È il caos.
Solo nel 308, con il diretto intervento di Diocleziano stesso, si tentò di ricostruire la faccenda: come Augusti vennero posti Galerio e Licinio (un generale illirico) e come Cesari Massimino Daia e Costantino.
Il ristabilimento dell’ordine
Proprio la nomina di Licinio ad Augusto senza il passaggio al cesarato non fu riconosciuto da Costantino e Massimino Daia, che tennero per sé, rivendicandolo, il titolo di Augusti. Dopo la morte di Galerio nel 311, ci troviamo con 4 Augusti: Costantino che governava le Gallie, la Britannia e la Spagna; Massenzio, autoproclamato, comandante di Italia e Africa; Licinio, con le provincie dell’est Europa; Massimino Daia, che controllava le provincie asiatiche.
Tutta questa situazione, che ha dato di fatto il via alla disgregazione fisica dell’Impero, viene risolta solo dopo una lotta interna tra Costantino e Massenzio, conclusasi nel 312 nella famosa battaglia di ponte Milvio, prima della quale (secondo la tradizione) Costantino avrebbe sognato schiere di angeli sotto il comando del padre Costanzo Cloro, che avrebbero combattuto al suo fianco, e il segno della croce da apporre sugli scudi. Sotto quel segno avrebbe vinto (In hoc signo vinces).
In seguito alla sconfitta di Massenzio, Massimino Daia si scontrò con Licinio, uscendone sconfitto. Ritiratosi a Tarso, morì suicida.
Grazie per aver letto il nostro Reportage di oggi. Segui ancora il blog e lasciaci una valutazione e un tuo commento, la discussione è sempre importante!
Fonti
• Enciclopedia storica vol. 4, Dall’Impero Romano a Carlo Magno, Mondadori;
• Giovanni Geraci – Arnaldo Marcone, Storia Romana editio maior, 2017.
• Wikipedia, Anarchia militare
• romanoimpero.com, per la datazione.
• Ringrazio un mio amico e studente, Francesco Tropea, per la ricerca.

Classe ’92. Laureato in Scienze Religiose, con una tesi di taglio storico su “Il ministero della donna nella Liturgia” con un focus sulle Diaconesse. Musicista e appassionato di storia e filosofia.