In principio… la meraviglia! /1

L’amore per la conoscenza (cioè il concetto del nostro termine “filosofia”) dovrebbe essere un desiderio insito in ogni uomo. Il desiderio, appunto, di migliorarsi, di stupirsi, di crescere e di conoscere ha sempre spinto l’uomo al di là dei suoi limiti, permettendo alla società di evolversi.
Fin da bambini, impariamo a chiederci il perché delle cose che accadono: purtroppo, però, più si cresce e più si rischia di perdere questo stupore innato. Ecco, allora, l’idea di una nuova serie di articoli sul nostro blog: “In principio era la meraviglia”, un progetto nato a 4 mani e due teste, scritto in maniera “leggera” ma concreta, che si spera susciti il desiderio di confrontarsi su posizioni magari anche diverse, ma che stimolano la crescita sempre e comunque.
Iniziamo proprio dal principio: cioè da come nasce la filosofia e lo stupore dell’uomo sull’uomo e sulla sua origine.
I presocratici
Con il termine presocratici si intendono tutti quei pensatori occidentali vissuti prima, o addirittura contemporanei, a Socrate (si è praticamente una specie di Gesù filosofico). Questi si dividono in sofisti e naturalisti, i quali incentrano la loro speculazione sulla natura (physis → fisici), mentre i primi sull’uomo.
Ma che vuol dire “speculare sulla natura”? Facciamo una panoramica storica: siamo attorno al VII secolo a. C. Da relativamente poco, gli esseri umani hanno capito che hanno un cervello che, essendo un muscolo giovane e sbarbatello, non stava troppo a interrogarsi sulle cose: osservava i cicli e gli eventi naturali e gli dava un nome. I più poetici inventavano storie che ora noi chiamiamo miti (anche nella notte dei tempi, se non eri cool come Achille, ma uno sfigato come Omero, dovevi inventarti qualcosa per copulare). Importante notare come la prima triade di filosofi (Talete, Anassimandro e Anassimene) viene dalla Ionia, ovvero la zona delle colonie greche, ai confini tra oriente e occidente, poiché qui, già prima della madre patria, si erano sviluppate le condizioni socio-economiche e culturali che garantivano la libertà necessaria per il sorgere della speculazione. Che tradotto in altri termini erano abbastanza ricchi da non doversi preoccupare di mangiare e quindi potevano passare le giornate a fare i fancazzisti. L’altra scuola, che sorse poco più tardi è quella degli italici, di cui fanno parte Parmenide e Zenone. A differenti zone geografiche, almeno inizialmente, possiamo notare si contrappone anche un diverso modo di ricercare il principio delle cose: gli ionici, più ruspanti, ricercano il principio delle cose (archè) negli elementi naturali; gli italici, più fighetti invece, pongono il principio di tutte le cose su un piano ontologico: in pratica per loro il principio di tutte le cose sono delle grandi pippe mentali.
La categorizzazione
Tale distinzione ci porta a una successiva classificazione che ci fa capire come si sia sviluppato il pensiero nel periodo presocratico. Schieriamo dunque le squadre:
· I contadini: i milesi (Talete, Anassimandro, Anassimene). Riconducono la totalità dei fenomeni a un unico fondamento o principio naturale (acqua, fuoco etc.), interpretando tali fenomeni in funzione di un metodo razionale.
· Gli intellettualoni: gli eleati (Parmenide). Partono dall’idea che le cose sono come dice la ragione, i sensi e l’esperienza non ci presentano la realtà come effettivamente è. Da qui si procede fino a dire che la logica della ragione è in contrasto con l’esperienza, così da negare i fenomeni stessi. Loro in pratica sono il capo infame, che davanti a un loro ovvio errore, vi negano l’evidenza perché nella loro testa le cose sono andate diversamente.
· I democristiani: i pluralisti (Anassagora, Democrito). Cercano di fondere le due correnti di pensiero introducendo la “pluralità di principi”, così non si fa un torto a nessuno e siamo tutti “amichetti”. La pluralità degli elementi da origine alle cose senza che ne derivi una integrazione assoluta. Uno a uno, palla al centro
· Gli esoterici: i pitagorici. Pongono il numero come principio e di conseguenza questo risiede nel pluralismo, in quanto il numero implica strutturalmente le molteplicità.
Dopo aver presentato le squadre, nella prossima puntata presenteremo, uno a uno, i giocatori delle varie rose di pensatori che hanno dato il fischio di inizio del pensiero occidentale.
Grazie per aver letto il nostro Reportage di oggi. Segui ancora il blog per non perdere le prossime puntate.
Cosa pensi dello stupore? Riesci ancora a riflettere partendo dalla meraviglia? Lasciaci una valutazione e un tuo commento, la discussione è sempre importante!
Fonti:
– Storia della filosofia. Vol. 1: La filosofia antica, la patristica, la scolastica. – Utet, 2006 – Nicola Abbagnano
– L’universale di Filosofia, Vol. 2 – le Garzantine, 2003 – AA.VV
– Le mutande di Kant – Piemme edizioni, 2003 – Zap Mangusta
– In principio era la meraviglia – Laterza – Enrico Berti
– Il barboncino di Schopenhauer – Vallardi – Herle Heine

Classe ’92. Laureato in Scienze Religiose, con una tesi di taglio storico su “Il ministero della donna nella Liturgia” con un focus sulle Diaconesse. Musicista e appassionato di storia e filosofia.