L’armonia nel caos: la musica/1

Chi di noi non ha un cantante preferito, o una melodia che fa battere il cuore, fa emozionare, piangere o sorridere?
La musica è tutto questo: un modo per sfogarsi, per sentirsi capiti, per condividere qualcosa del nostro profondo che mai avremmo il coraggio o le parole adatte per esprimere, nel dolore come nella gioia.
Ma chi ha inventato la musica? Chi quell’alfabeto meraviglioso che sono i segni musicali?
Iniziamo dall’inizio questo viaggio, che prende piede…un po’ di tempo fa.
Ebbene si, parlo della cosiddetta “radiazione di fondo” cosmica, che pare sia il resto “eterno” della musica della nostra creazione. Quella musica è lì, può essere ascoltata, e come per le melodie che le mamme ci cantavano per farci addormentare, ci ricordano che siamo vivi, che abbiamo un corpo e una mente.

L’origine della musica
La musica, insomma, è sempre esistita. I primi canti degli ominidi e le prime melodie improvvisate soprattutto su improvvisati strumenti a percussione, accompagnano da sempre l’uomo. Insieme allo sviluppo del linguaggio, poi, si evolve anche la musica: iniziano a sorgere primi testi, spesso preghiere, poco codificate dal punto di vista stilistico e ovviamente non riportate in nessun codice. La scrittura aiuta, poi, a conservare quelli che sono i primi veri spartiti: tratti ascendenti e discendenti, che dovevano semplicemente ricordare l’andamento di quella determinata melodia.
Il canto gregoriano e l’origine delle note
É grazie al canto Gregoriano (di cui ci occuperemo nei seguenti appuntamenti con la rubrica) che il tutto viene codificato e catalogato: viene inventato il sistema del tetragramma (4 righe e 3 spazi) e della notazione cosiddetta quadrata. Anche le note vengono codificate: il nome attuale delle note (con l’aggiunta del SI, tardivo) nasce dalle sillabe iniziali di ogni rigo dell’inno di San Giovanni Battista. Si vede che ogni rigo di quest’inno inizia con una nota sempre diversa, crescente.
Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La, sono le note che ci accompagnano da sempre, quindi. Ut diventerà il nostro Do, anche se in Francia ancora si chiama come in origine!

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Classe ’92. Laureato in Scienze Religiose, con una tesi di taglio storico su “Il ministero della donna nella Liturgia” con un focus sulle Diaconesse. Musicista e appassionato di storia e filosofia.