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La riforma musicale: l’epoca del Gregoriano

A Braccetto con la Storia

La riforma musicale: l’epoca del Gregoriano

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Eccoci arrivati alla terza puntata della nostra rubrica musicale. Dicevamo che tutto può essere musica, anche il silenzio. Gli artisti eseguivano, suonavano, cantavano molta musica. Ma la difficoltà era trasmettere questa musica; ancora non si aveva la concezione dello spartito, o almeno di un modo per trasmettere queste linee melodiche ai posteri. Si iniziò a scrivere sulle pergamene delle linee ascendenti e discendenti, che in qualche modo dovevano ricordare all’esecutore quale andamento avesse il brano. Dopo un po’ di tempo, però, la Chiesa avviò la riforma musica, tramite il Papa Gregorio Magno: la riforma del Gregoriano.

Immagine di uno spartito del 1100, ritrovato a Pavia, dove si nota il testo, e dei piccoli segni sopra le sillabe in alto o in basso, che segnavano in linea di massima l’andamento melodico

La nascita del tetragramma

Il primo sistema ufficiale di scrittura musicale, risalente al IX secolo, è il tetragramma, cioè un sistema composto da quattro righe e tre spazi. In esso venivano segnati i vari neumi, note di forma quadrata ottenuti tramite lo sfregamento di un gessetto di carbone sulla pergamena. L’intento di chi redigeva questi rudimentali spartiti non era quello di dare indicazioni melodiche (infatti, la melodia spesso veniva trasmessa mnemonicamente); era importante dare indicazioni ritmiche. Definiamo infatti queste indicazioni come adiastematiche, cioè indicazioni in campo aperto, senza tempo nè alterazioni.

Tu es Deus“, Graduale del Codex Sangallensis. Si notano non neumi, ma linee che indicavano esercizi ritmici e anche in abbozzo la melodia.
Beati pauperes“, spartito in notazione neumatica (in tetragramma con i neumi) delle Beatitudini secondo Matteo. Foto personale scattata in Terrasanta, Basilica delle Beatitudini

Papa Gregorio Magno e la riforma della Liturgia

Il Papa Gregorio I, definito Magno, regnò dal 590 al 604. Egli promosse una seria e radicale riforma della Liturgia, con la composizione di nuovi testi e la rielaborazione di testi antichi; diede impulso allo sviluppo del canto sacro, tanto che si narra che molti canti gregoriani siano di sua composizione. Questa ipotesi però rimane nel campo delle supposizioni, in quanto come già detto il primo codice reale è sorto intorno al IX secolo.

Il canto gregoriano è definito, tuttora, il canto ufficiale della Chiesa Cattolica, che deve essere preferito a parità di condizioni. Effettivamente, esso crea una atmosfera sacrale, collegato spesso al canto dei monaci durante le ore di preghiera. Se ne da un saggio nel link di Youtube che segue:

Ave Maris stella“, Inno del Comune della Beata Vergine Maria. Schola Gregoriana Mediolanensis

Conoscevi questa realtà del canto gregoriano? Avevi mai visto spartiti antichi? Discutiamone insieme!

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