L’armonia nel cosmo/4 – La musica per il consenso

Fermiamo un attimo la linearità della storia della musica per un approfondimento…a braccetto con la nostra Renata!
Qual è il fine della musica? Certamente quello immediato è un fine estetico, poiché ci suscita il piacere rispetto a quello che sentiamo. Un secondo fine è il “cantare” ciò che non riusciamo ad esprimere. A chi di noi non è mai capitato piangere o ridere attraverso una canzone, che suscitava in noi emozioni rispetto ad un evento vissuto?
Oggi però vorrei con voi soffermarmi su un aspetto, direi in maniera negativa, subdolo della musica: quando noi usiamo questa per creare consenso e unione rispetto ad un dato evento, personaggio o situazione.
Gli inni nazionali
Immediatamente, ci viene in mente il genere dell’Inno Nazionale (che ha ispirato anche la scelta dell’immagine di copertina dell’articolo). Pensiamo al Mondiale di calcio: chi di noi non si è sentito orgogliosamente italiano quel lontano 2006, dopo il fenomenale rigore di Grosso? Chi non si emoziona, magari piangendo, quando si ricordano i nostri caduti civili e militari? Chi di noi, cantando lo stesso inno durante il periodo di lockdown dal balcone, non si è sentito vicino a chi, fisicamente, aveva lontano per costrizione?
Ecco, l’Inno Nazionale crea consenso, crea unione, crea anche dissenso. Ricordiamo le tante polemiche dell’apertura dell’Expo di Milano. Un doppio coro formato da adulti a voci pari, cioè tutte uguali, e da bambini, cantò una versione dell’Inno a cappella, ma che fu modificata nel suo testo: i piccoli cantarono “siam pronti alla vita”. Guai a cambiare l’Inno, quell’Inno che ricorda le vittime, ricorda la patria, ricorda i sacrifici.
Personalmente ritengo musicalmente da brividi codesta versione, e ve la consegno in un video di YouTube.
Gli inni politici
Premessa più che necessaria: il sito non vuole fare politica, nè portare schieramenti o idee. Fatta questa premessa, il luogo del consenso si crea con i piccoli motti politici e religiosi, che la gente canta con convinzione creando aggregazione.
A chi non viene in mente la famosissima signora che, fino alle lacrime e a rischio di sputare letteralmente le corde vocali, canta al suo idolo politico di un noto partito italiano?
Ma come nascono questi motti? Quali le caratteristiche? Certamente due basilari ed essenziali: le parole immediate, semplici, ricordabili; per quanto riguarda la musica invece, deve essere lineare, che aiuti l’esecutore a gridare al suo idolo.
Non per fare pubblicità ad un mio idolo, ma ve lo faccio spiegare da Mark The Hammer, un noto chitarrista italiano che ha un canale YouTube, il quale si è cimentato per gioco in un piccolo inno politico.
Ci sono altri esempi di musica per la creazione del consenso? Aiutaci a discutere su questo tema, e ricorda che siamo presenti su Telegram per la discussione e sulle App di podcast. Ti aspettiamo!

Classe ’92. Laureato in Scienze Religiose, con una tesi di taglio storico su “Il ministero della donna nella Liturgia” con un focus sulle Diaconesse. Musicista e appassionato di storia e filosofia.