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Noam Chomsky- La fabbrica del consenso pt.2

A Braccetto con la Storia

Noam Chomsky- La fabbrica del consenso pt.2

La fabbrica del consenso
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Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta della critica che Chomsky fa al giornalismo statunitense e non solo.

Partendo dall’analisi della democrazia americana Chomsky, arriva a mostrare i non pochi punti in comune con quei regimi totalitari che gli stessi Stati Uniti pubblicizza tanto di voler combattere. La caratteristica principale dell’America è stata il mantenere le persone isolate tra loro, in un completo stato di disinformazione in moo tale da non poter dare adito a una qualsiasi forma politica realmente democratica. Che poi, è lo stesso metodo utilizzato dagli stessi regimi totalitari. Secondo tale modello le dottrine da instillare nel pubblico prescelto non dovrebbero essere troppo articolate, o si correrà il rischio di esporle alla riflessione, all’indagine e, molto probabilmente, al ridicolo. Il procedimento più opportuno è inculcarle dandole sempre per scontante, in modo che divengano la condizione stessa del discorso.

Secondo il pensiero comune, gli Stati Uniti sono una benigna, anche se a volte severa guardiana dell’ordine e della morale internazionali. Di conseguenza chi è contro di loro, è contro la pace, la giusta condotta morale.

Una cura per uscire da questo isolamento conoscitivo, secondo Chomsky è data proprio da Internet: un mezzo tramite il quale le persone possono uscire da questo isolamento ed evitare la disciplina del pensiero indotta dalle moderne democrazie, il quale si trova fuori dall’ufficialità e dove i report sono persone comuni. Ecco perchè ultimamente si è aperto il dibattito sulla censura delle fake news: chi stabilisce cosa sia una bufala o meno? Se il sistema automatizzato i Facebook decide che una notizia non deve essere divulgata, la può bollare come falsa e bloccarla sul nascere. Sembrerebbe troppo poco conveniente educare le persone al pensiero critico, quando c’è qualcuno che può pensare per noi e dirci cosa è vero e cosa non lo è?

Infatti c’è da chiedersi come mai i media tendano a diventare sempre più conformisti. Perchè le informazioni sono sempre più diventate un prodotto che si deve conformare a idee preconfezionate circa la natura e la struttura di quel determinato mezzo di comunicazione. Questo perchè esistono molti modi in cui i gioci i potere possono rimettere in riga chi esce dalle file. Tale sistema funziona molto bene e, come si può capire, è un riflesso di consolidate strutture di potere.

I media di massa tentanto essenzialmente di distrarre il pubblico. Vogliono che la gente faccia qualcos’altro, in modo che non dia fastidio all’élite, ovvero colo che organizzano e gestiscono il potere. La massa deve essere imepgnata con qualsiasi cosa, purchè non sia seria. Del resto pensare che la stampa sia in mano a filantropi e non a ricche corporazioni preoccupate che solo certe cose arrivino al pubblico. Bisogna vendere un prodotto a un mercato, e il mercato è quello pubblicitario. Che si tratti della televisione, dei giornali o di qualunque altra cosa, i media vendono pubblico. Così come i social network, google, alexa e così via.

Come si è arrivati a tutto questo? Lo scopriamo insieme la prossima settimana.

Intanto che ne pensi di questa visione dell’informazione? Pernsi sia estrema? Troppo “complottista”? Fatemi sapere nei commenti che ne pensate.

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