La musica da requiem

Sembra il giorno adatto per concederci un’altra “pausa” nella linearità storica che stiamo seguendo, per parlare della musica che, in tutti i tempi, viene considerata musica da “requiem”.
Parlare della morte in maniera “leggera” è certamente difficile. É un tema, questo, che trascende ognuno di noi. Ci vorrebbe il silenzio. Ma parafrasando il noto detto di Wittgenstein: “delle cose di cui non si può parlare bisogna tacere”, Philipp Harnoncourt ci ricorda che: “delle cose di cui non si può parlare si può, anzi, si deve cantare, e far musica, se non si può tacere”.
La musica, come al solito, aiuta a parlare di ciò che, per antonomasia, è “la presenza del nulla”, la vittoria dell’assenza, l’essere del non essere.
Di fatto, è innegabile che, al di là di credenze e di rapporto religioso, le famose musiche da requiem, tra messe, mottetti e canzoni siano tra le musiche definite capolavori di tutti i tempi.
Il Requiem di Mozart
Per il mio punto di vista, opinabilissimo e personalissimo, questo è il più grande capolavoro musicale di tutti i tempi. Ascoltando tutte le varie parti, riusciamo a cogliere tutti i sentimenti che, “laicamente” e “religiosamente” proviamo dinanzi alla morte.
Intanto, la tonalità: re minore, una tonalità che richiama palesemente alla tristezza. L’incipit dell’opera, “requiem æternam”, è la parte solenne e mesta dell’opera. Andamento triste, lento; l’unica parte “drammatica” la si evince nel “et lux perpetua”: la speranza di un futuro che ognuno di noi, nel cuore, pensa di sè e dei propri cari.
Segue il Kyrie eleison. Una composizione in forma fugata, cioè il tema del brano (che ascolterete canta il basso) è “nascosto”, cioè fugato dalle altre voci, con ripetizioni similari dello stesso tema. Vi lascio all’ascolto.
Senza ovviamente analizzare tutta l’opera (perchè potreste picchiarmi e non vi biasimerei) una parte consistente è data dalla sequenza “Dies Iræ”, in più sezioni. Le più famose sono proprio il Dies Iræ, il Confutatis (soprattutto per la scena del film Amadeus, che vi linko) e il meraviglioso Lacrimosa (che da tradizione si dice che non abbia completato Mozart, dopo le prime 8 battute).
Dies Iræ mostra la disperazione e la forza del giorno della morte; il Confutatis la lotta tra la morte e la vita, nella quale l’anima chiede teneramente al Dio di accoglierla; il Lacrimosa, appunto, le lacrime che rigano il volto, che si aprono ad una speranza.
Il Requiem di Verdi e di Faurè
In maniera molto semplice, senza troppo commentare, vi lascio altri due Requiem, di altra estrazione temporale, ma sempre meravigliosi.
Conoscevi queste musiche? Hai un pensiero religioso, ma anche laico, sulla morte? Ti aspettiamo…a braccetto con la storia nei prossimi appuntamenti e in tutti i nostri canali social, per commentare insieme.

Classe ’92. Laureato in Scienze Religiose, con una tesi di taglio storico su “Il ministero della donna nella Liturgia” con un focus sulle Diaconesse. Musicista e appassionato di storia e filosofia.