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La spinta morale

A Braccetto con la Storia

La spinta morale

La spinta morale- a braccetto con la storia
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Cosa è etico e cosa è morale? L’etica (termine derivante dal greco antico, èthos, “carattere”, “comportamento”, “costume”, “consuetudine”) è una branca della filosofia che “indica quella parte che si occupa del costume, ossia del comportamento umano1

Diciamo che con una differenziazione grossolana l’etica guida il comportamento sociale, mentre la morale è il costume personale. Da qui nasce il dilemma se un’azione possa comunque definirsi etica se contraria alla propria morale? Se io voglio rubare una cosa ma non lo faccio perché non voglio finire in galera, sto agendo eticamente e moralmente bene?

Nei secoli molti sono i filosofi che hanno affrontato la questione, sia in maniera laica che religiosa. Utilitarismo, deontologia kantiana e altre filosofie morali moderne indagano la qualità che rendono giusta un’azione, mentre gli antichi greci preferivano focalizzare la loro attenzione sui tratti del carattere che fanno sì che una persona sia buona. Su questo reportage mi soffermerò di più sull’Etica Nicomachea di Aristotele, poiché a mio avviso il suo ideale di etica è attualismo. La sua concezione infatti analizza i lati del carattere che aiutano una persona a essere buona. Il che comprende anche disposizioni nel provare alcuni sentimenti ed emozioni virtuose. Le virtù per nonno Aristotele sono: coraggio, temperanza, generosità, magnanimità, mansuetudine, amicizia, onestà, intelligenza, modestia. Chi possiede tali virtù si può definire una persona buona. Ciò che farebbe andare in brodo di giuggiole un qualsiasi fan dei cavalieri Jedi (se non sai chi siano, smetti subito i leggere e vai a vedere Star Wars…stolto/a!) è che il suo modo per descriverle è un giusto mezzo tra due estremi viziosi, uno per eccesso e uno per difetto. Il coraggio si trova, ad esempio, tra l’avventata temerarietà e la viziosa viltà. Del resto:

“Soltanto un Sith vive di assoluti2

Non è quindi facile identificare bene la virtù, ma per chi la ha, la ricompensa è molto alta. Per Aristotele è la base di una vita di successo, che porta alla felicità, considerata il fine ultimo della vita umana. In un mondo in cui se troppo spesso ti professi “felice” o che “stai bene” la gente sospetta che tu non stia raccontando qualcosa, capite bene che la ricerca della felicità è più attuale che mai.

“Il bene perfetto è ciò che deve essere sempre scelto di per sé e mai per qualcos’altro. Tali caratteristiche sembra presentare soprattutto la felicità; infatti noi la desideriamo sempre di per sè stessa e mai per qualche altro fine3

La felicità era definita come eudaimonia che spesso però viene tradotta come “fare bene”, quindi come una promozione della felicità a lungo termine di coloro che la possiedono. Chi ha una infarinatura di arti marziali giapponesi, potrà trovare familiarità con questa traduzione nel termine “do”, come via da percorrere tutta la vita e da apportare in ogni ambito della propria esistenza. Infatti la vita virtuosa promuove il benessere delle persone che la praticano. Ma la vita virtuosa per Aristotele non è una vita atomistica, la felicità a lungo termine dipende anche dalla generosità, l’amicizia e l’onesta e hanno un valore proprio perché ci aiutano a coltivare legami profondi con parenti e amici, legami indispensabili per vivere bene.

Ma le virtù etiche non sorgono in noi per natura, esse vanno coltivate poiché pure avendo un’abilità naturale, bisogna creare una abitudine all’essere virtuosi:

“Compiendo cose giuste diventiamo giusti, compiendo cose moderate diventiamo moderati, facendo cose coraggiose, coraggiosi. Astenendoci dai piaceri moderati e soprattutto quando siamo diventati tali siamo in grado di astenerci da essi. Parimenti accade anche a proposito del coraggio: infatti, abituandoci a disprezzare i pericoli e ad affrontarli, diventiamo coraggiosi e soprattutto quando siamo diventati tali siamo in grado di sopportare i pericoli”

Le persone virtuose possono quindi rappresentare importanti modelli per il nostro sviluppo morale. Così come un genitore che riesca a dare un buon esempio ai propri figli, tendenzialmente avrà dei figli con una coscienza moralmente sviluppata. In un discorso sull’etica non si può non citare la religione. Ma per approfondire questo aspetto dovrete aspettare una settimana, dove vedremo come la morale religiosa porta dei problemi di incoerenza non da poco, anche se è stata ed in certi casi è ancora il paradigma portante di numerose società.

1Wikipedia

2Star Wars- La vendetta dei Sith, Obi Wan Kenobi rivolto a Darth Fener

3Etica Nicomache- Aristotele

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